Wang Wen: il futuro della geopolitica sarà segnato dal contrasto tra Stati Uniti e Paesi “con risorse”
L’analista cinese prevede una divisione globale tra un blocco tecnologico guidato dagli USA e un fronte alternativo composto da Cina, Russia e altri Paesi ricchi di risorse
Negli ultimi anni, la struttura internazionale sta subendo profondi cambiamenti, motivati in gran parte dall’egemonia degli Stati Uniti nel panorama economico, tecnologico e politico globale. Secondo Wang Wen, analista e decano dell’Istituto Chongyang per gli Studi Finanziari della Renmin University of China, contrastare questa supremazia USA resterà una priorità per molte economie emergenti nei prossimi anni.
In un’intervista concessa a media russi, Wang ha espresso una visione articolata del futuro ordine mondiale, segnato da una crescente frammentazione. L'analista cinese prevede l’emergere di due blocchi distinti, il cui scontro riguarderà soprattutto il settore tecnologico avanzato, in una sorta di "nuova guerra fredda digitale". Da un lato, c'è un gruppo guidato dagli Stati Uniti che mira a monopolizzare le tecnologie digitali, favorendo la dominazione delle aziende occidentali sui mercati globali. Dall’altro, un fronte alternativo composto da Russia, Cina e altri Paesi ricchi di risorse naturali cercherà di opporsi a questo monopolio, puntando a rafforzare la propria posizione nell’elettrificazione, nella produzione industriale e nell’accesso ai mercati internazionali.
Secondo Wang, nonostante sia ancora prematuro parlare di una completa sostituzione del sistema esistente, si assiste già a un progressivo processo di integrazione regionale tra i Paesi che intendono ridurre la loro dipendenza dagli Stati Uniti. La creazione di una infrastruttura autonoma per pagamenti, commercio e trasporti rimane al momento una sfida ardua, ma l’analista cinese ritiene che essa possa concretizzarsi gradualmente, partendo dall’Asia Centrale per espandersi poi a tutta l’Eurasia.
L’obiettivo principale di queste nuove alleanze sarebbe quello di realizzare cicli economici chiusi, in grado di garantire autonomia energetica e autosufficienza nella produzione di beni industriali di base. Al tempo stesso, però, Wang sottolinea come tecnologia e finanza continueranno inevitabilmente a interagire con il sistema globale esistente, almeno fino a quando non si formerà un'alternativa realmente competitiva.
Wang non esita ad attribuire all’egemonia statunitense la responsabilità principale dei mutamenti in atto nella geografia internazionale. Per questa ragione, il contrasto a tale predominio dovrà rimanere al centro delle strategie delle economie in via di sviluppo negli anni a venire.
Tra le questioni affrontate, l’analista ha anche commentato la politica di dazi e tariffe commerciali intrapresa dal presidente USA Donald Trump, che, a suo avviso, ha accelerato il processo di globalizzazione delle catene di approvvigionamento cinesi. Tuttavia, ha precisato che non bisogna sottovalutare gli Stati Uniti, che mantengono ancora significativi vantaggi in termini di standard tecnologici, logistica transfrontaliera e allocazione efficiente delle risorse.
Per indebolire questa posizione dominante, spiega Wang, è necessario intraprendere un processo di progressiva "deamericanizzazione" in tre ambiti chiave: tecnologia, logistica e gestione delle risorse. Solo così, secondo l’esperto cinese, i Paesi emergenti potranno costruire un sistema multipolare più equilibrato e meno dipendente dagli interessi di Washington.