Strage di Odessa: parla una sopravvissuta. “La brutalità ed il terrore di quel giorno dovevano essere una lezione per qualunque oppositore.”

Ripercorriamo con le parole di una testimone diretta il giorno in cui il mostro creato in Ucraina ha sprigionato tutta la sua atroce brutalità

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 Strage di Odessa: parla una sopravvissuta.  “La brutalità ed il terrore di quel giorno dovevano essere una lezione per qualunque oppositore.”


 
di Maurizio Vezzosi e Giacomo Marchetti
 
 
A quasi due anni da uno dei più tragici episodi di violenza fascista dei nostri tempi, abbiamo intervistato Svetlana, una sopravvissuta della strage consumatasi ad Odessa il 2 Maggio del 2014.
 
Svetlana, di cui non riveliamo la reale identità per ragioni di sicurezza, vive in Italia da tempo.

Alleghiamo al testo alcune foto e documenti utili a contestualizzare questa testimonianza.

Sulla scia di sangue di Maidan, la tragedia di Odessa, insieme al massacro di Mariupol, segnano un “prima” e un “dopo” nel conflitto ucraino: una guerra civile che si protrae da quasi due anni nel  silenzio assordante dei media occidentali.
 
Nonostante i documenti ufficiali parlino di 48 persone uccise, la maggior parte dei testimoni e dei giornalisti che hanno seguito la vicenda concorda sul fatto che il numero reale dei morti sia tragicamente più alto.

Nel frattempo, sabato 27 Marzo circa 100 neonazisti ucraini hanno attaccato il presidio dei parenti delle vittime che ogni domenica ricorda la strage radunandosi presso la Casa dei Sindacati di Odessa.


L'Intervista per l'AntiDiplomatico
 

Che cos'è successo ad Odessa il 02 Maggio del 2014?
 
Doveva esserci una partita tra il Chernomorets (Nda, la squadra di calcio di Odessa)  ed il Metallist (Nda, quella di Kharkov). I fascisti ucraini avevano annunciato di voler marciare nel centro della città. I ragazzi del movimento Kulikovo Pole (Nda: in russo “Campo Kulikovo”, il movimento odessita di opposizione al Maidan. Prende il nome ) intendevano fermarli: verso le due del pomeriggio si erano dati appuntamento per impedirgli di marciare ed avevano organizzato la difesa dell'accampamento di fronte alla Casa dei Sindacati.
C'erano anche alcune donne, tra cui io, per un totale di circa 400 persone. Gli organizzatori avevano concordato i movimenti di piazza con la polizia: in tre mesi di mobilitazioni non avevamo creato alcun tipo di disordine.
La fazione che comprendeva gli ultras e la gente radunata dai fascisti contava oltre 3000 persone. Dopo alcune provocazioni è cominciato uno scontro: l'obiettivo dell'aggressione contro Kulikovo Pole era quello di sgomberare la piazza prima del 9 Maggio, l'anniversario della vittoria contro il nazifascismo: la giornata avrebbe richiamato migliaia di persone tra le nostre fila dando molta forza al nostro movimento. Consapevoli di questo ci eravamo fermamente rifiutati di abbandonare la piazza. La loro incomparabile forza militare li ha convinti che quel giorno avrebbero avuto la possibilità di spazzarci via da Odessa definitivamente.
Come me molti tra noi si erano rifugiati nella Casa dei Sindacati, davanti alla quale avevamo costruito delle barricate, presupponendo che il livello del probabile scontro non sarebbe andato oltre quello che ci aspettavamo: mani nude, pietre, bastoni. Altri consideravano, che nel peggiore dei casi l'intervento della polizia avrebbe comunque evitato un aggravarsi della situazione, ma quando i fascisti hanno cominciato a buttare le bottiglie incendiare dentro la Casa dei Sindacati sul posto c'erano solo due volanti.
Credo che la loro scelta di utilizzare il fuoco non fosse casuale, ma piuttosto volta a rendere la loro azione il più brutale possibile.
Probabilmente oltre ai pneumatici che avevano incendiato, hanno utilizzato anche delle sostanze tossiche: c'era un odore acre, che rendeva l'aria irrespirabile. Alcuni parlavano di strani fumi verdastri che mozzavano il respiro in un attimo. La gente cercava di scappare nei corridoi rifugiandosi nelle stanze o vicino alle finestre ma, come si vede nei filmati, i fascisti sparavano da fuori contro di noi e continuavano a lanciare bottiglie incendiarie. 
Pravij Sektor, Svoboda e tutti i gruppi fascisti intendevano dare una dimostrazione di forza, mostrandosi come i padroni dell'Ucraina. Quello che è successo mi ha ricordato esattamente quello che i banderisti (Nda: seguaci di Stepan Bandera, capo del collaborazionismo nazista ucraino) hanno fatto in Galizia ai polacchi, agli ebrei, e a tutti coloro – russi e ucraini – che sostenevano l'Unione Sovietica. Uno degli episodi tristemente più simili a quello che è successo il 2 Maggio ad Odessa forse è stata la Strage di Khatin (Nda, il paese bielorusso dove  il 22 Marzo del 1943 come rappresaglia i nazisti bruciarono vivi almeno 149 civili dopo averli radunati in un edificio).
Ad Odessa, città eroica nella resistenza contro il fascismo, la brutalità ed il terrore di quel giorno dovevano essere una lezione per qualunque oppositore.

 
Come sei riuscita a salvarti?
 
Io mi sono nascosta in un ufficio, dentro il quale alcuni di loro hanno cercato di entrare con la forza. 
Alcuni sono stati feriti, altri uccisi. Molte donne sono state violentate: le foto e video girati dai sopravvissuti – oltre alle autopsie - lo dimostrano chiaramente.
Probabilmente sono sopravvissuta solo perché oltre ai gruppi di fascisti armati quel giorno c'erano alcuni odessiti che sostenevano Maidan ma che non intendevano rendersi complici di quel  massacro: una parte di quelli che aveva appoggiato il Maidan, dopo quel giorno si è rifiutata di continuare a sostenere queste bande di assassini e di criminali. Così alcuni tentarono di risparmiare delle donne, tra cui io. Mentre uscivamo, altri cercavano di picchiarci. Ricordo di una mia amica presa a calci mentre cercava di scappare. Quasi tutti venivano fermati e perquisiti dai fascisti: guardavano nelle borse. prendevano i cellulari, i documenti e anche i soldi. La maggior parte di loro si è comportata esattamente come si comportano i veri fascisti: come delle bestie. 
Alcune persone sono state evidentemente freddate da dei colpi di pistola: lo dimostrano anche le autopsie. Credo che in fondo dopo questo episodio i fascisti abbiamo raggiunto il loro scopo: terrorizzare la gente e mettere a tacere ogni possibile dissenso.  
Quel giorno tanti sono stati portati ad Odessa dall'Ucraina occidentale o da Kiev. Credo che la responsabilità sia dell'attuale governo e degli oligarchi come Kolomoiskij, sicuramente in accordo con chi aveva gestito materialmente il Maidan. Molti politici ucraini si sono complimentati per l'ottimo lavoro svolto e per aver eliminato “il separatismo” da Odessa.
 

Qual è stato il ruolo della polizia in questa vicenda?
 
Alcuni poliziotti – sopratutto quelli non odessiti – bloccavano il passaggio dalle uscite secondarie della Casa dei Sindacati obbligandoci a passare in mezzo ad una specie di “corridoio della vergogna” pretendendo così di umiliarci ulteriormente.
La maggior parte di loro è stata a guardare,  intervenendo solo con enorme ritardo. 
Chi tra i tra poliziotti avesse voluto opporsi a quello che stava succedendo era di fatto impotente: la polizia presente era disarmata.
Dopo il golpe il governo ha inserito tra i ranghi della polizia nuovi funzionari, che assecondando e rendono possibile la nostra persecuzione.

 
Conoscevi alcune delle persone che sono morte quel giorno?
 
Si, personalmente ne conoscevo due. Uno di loro era Vyacheslav Markin, un deputato del parlamento regionale: uno dei pochissimi dei deputati regionali che si opponeva ai risultati di Maidan senza paura.
Quel giorno dopo essere stato picchiato è morto anche Vadim Papura: nonostante fosse religioso Vadim faceva parte del Komsomol (Nda: l'organizzazione giovanile del partito comunista ucraino): come è possibile vedere nelle foto e nei video il giorno prima, per il 1 Maggio, era nelle prime file del corteo con la bandiera rossa: probabilmente è stato riconosciuto ed hanno deciso di fargliela pagare.

 
Che cosa è successo in quasi due anni ai responsabili di questa vicenda? 
 
Ad oggi molti di loro continuano a vantarsi pubblicamente di quello che è stato fatto quel giorno: anzi, alcuni si rammaricano di aver fatto un numero di morti troppo basso. I sopravvissuti invece stanno tutt'ora subendo le persecuzioni del governo: alcuni di loro vennero arrestati sulla base di alcune testimonianze di persone che  in seguito hanno detto pubblicamente di essere state costrette sotto tortura a dichiarare il falso. Ogni due mesi viene prorogata la loro detenzione senza che nei loro confronti venga formulata un'accusa specifica. 
Altri, che potrebbero fornire delle testimonianze utili, secondo il tribunale sono irreperibili. Probabilmente sono stati semplicemente costretti al silenzio. 
Ad oggi in carcere non c'è nessuno tra i responsabili della strage. Uno di loro, ad esempio, circa un anno fa - poco dopo il suo arresto - è stato liberato a causa delle pressioni dei gruppi fascisti.
Alle loro spalle questa gente sente il sostegno dell'Unione Europa e degli Stati Uniti, ed è convinta, forse a ragione, che questo per loro rappresenti la migliore protezione.
Anche se l'Unione Europea sostiene di non dare sponda ai fascisti, il suo appoggio a Poroshenko rappresenta un aperto sostegno nei loro confronti. I fascisti sono parte delle istituzioni: sono a capo delle forze di polizia e dei battaglioni punitivi (Nda: ad esempio il battaglione Aidar, o il battaglione Azov). Questo è motivo per cui ad oggi per lo stato ucraino non esistono responsabili della strage di Odessa.  Il fascismo rappresenta una minaccia per il mondo. I fascisti di tutta Europa vedono nell'Ucraina un possibile modello replicabile altrove. 

 
Qual'è stato secondo te l'atteggiamento dei media italiani nei confronti della strage di Odessa della guerra civile in corso?
 
Nei media italiani c'è stato un silenzio totale su quello che è successo ad Odessa come sulla guerra in Donbass: a me questo stupisce. Noi siamo europei, ma evidentemente solo quando fa comodo.
Per fortuna quando parlo con le persone, spesso molte non capiscono del tutto: è difficile soprattutto per chi non ha l'abitudine di usare internet, dove comunque non è semplicissimo capire la verità. 
Ma in ogni caso tutti, dopo i miei racconti, si convincono che c'è qualcosa che non va. Un anno fa alcuni mi chiedevano: ma se secondo te è giusto che in Ucraina ci sia un'opposizione fascista contro il governo? La realtà è evidentemente un'altra. Noi siamo antifascisti, e subiamo la persecuzione di un governo di fascisti e di criminali. La Federazione Russa è stato l'unico Paese del mondo a dichiarare ufficialmente che la strage di Odessa rappresenta un atto criminale contro il popolo. 

 
Ed oggi qual'è la situazione per gli oppositori in Ucraina?
 
Per chiunque critichi il governo oggi la situazione non è diversa da quella che c'era in Italia durante il fascismo. Devi avere paura di parlare con chiunque anche delle cose più banali, anche con il tuo vicino di casa. Il meccanismo della delazione è favorito dal governo.  Non vengono perseguitati solo gli oppositori politici, ma chiunque sia critico verso la situazione sociale, verso i prezzi, i tagli ai servizi sociali, la disoccupazione può essere arrestato. Chiunque viene accusato di essere un “agente del Cremlino”.
E' prevista una multa per chi indossa il nastro di S.Giorgio (Nda, il nastro a bande orizzontali nere e arancioni che da circa un decennio simbolizza la vittoria dei popoli dell’ex Unione Sovietica contro il nazifascismo) . E' stato proibito l'utilizzo della Bandiera della Vittoria, perché è una bandiera del periodo sovietico. Le organizzazioni comuniste sono state messe fuori legge. Tanti sperano nell'arrivo dei propri parenti in armi dal Donbass: la gente sente la propria terra occupata, e l'occupazione è anche mentale. Ho sentito alcuni banderisti dire che ci avrebbero fatto avere paura persino di pensare in russo.

 
Qual è invece la situazione economica e sociale?
 
La situazione è disastrosa ed è destinata ad aggravarsi: mentre gli stipendi e le pensioni fermi, i prezzi per beni di prima necessità sono in continuo aumento. Il Fondo Monetario Internazionale impone all'Ucraina tutto questo: la politica antirussa del governo fa si che solo per pagare le spese per il riscaldamento un anziano debba spendere circa metà della sua pensione. senza considerare acqua, elettricità e le tasse. Tanti già non possono comprare il necessario. 
 

APPENDICE ALL'INTERVISTA
 
Riportiamo di seguito i video dell'aggressione ai parenti delle vittime della strage pubblicati insieme all'articolo
http://www.politnavigator.net/v-odesse-nacisty-napali-na-rodstvennikov-pogibshikh-v-dome-profsoyuzov.html
 
 
 
Sulla Strage di Khatin  - in inglese - 
http://khatyn.by/en/tragedy/
 
Servizio di RT sulla Strage di Odessa

 
Riprese fatte dall'esterno della Casa dei Sindacati


 
Altri filmati all'esterno ed all'interno della Casa dei Sindacati


Il funerale di Vadim Papura
 
Un dossier sulla Strage curato da Nico Macce e pubblicato dal blog Carmilla
https://www.carmillaonline.com/2015/05/05/dossier-odessa/
 
Su indicazione di Svetlana segnaliamo anche questo dossier – in russo - sulla strage di Odessa realizzato da Evgenija Kulikova
 
http://novorossy.ru/articles/prinimayem-ogon-na-sebya
 
Il documentario “Lauffeuer” girato dal giornalista tedesco Ullrich Heyden sulla strage di Odessa nella versione tedesca con sottotitoli in inglese, russo e greco
http://lauffeuer-film.de/
 
Fig.1 La Casa dei Sindacati in fiamme.


 
Fig.2 Vadim Papura al corteo del Primo Maggio del 2014 di Odessa.


Fig.3 Vadim Papura, 17 anni. Il più giovane delle vittime della Strage di Odessa.

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