Il popolo venezuelano sta resistendo all'imboscata economica della destra supportata dagli Usa
Maduro invita alla massima allerta di fronte al pericolo di un colpo di Stato. Ma, secondo un sondaggio, i cittadini lo sostengono
"Il mese di gennaio che sta per concludersi, è stato un mese di battaglia, e vogliamo che al mondo sia molto chiaro che il popolo venezuelano ha sopportato e resistito un'imboscata economica", ha dichiarato il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro durante la cerimonia del 198° anniversario della nascita di Ezquiel Zamora, il leader contadino della città di Cua, nello stato di Miranda, nel centro nord. Maduro ha evidenziato la resistenza del popolo venezuelano di fronte ai complotti economici guidati dall'estrema destra sostenuta dagli Stati Uniti e ha invitato a rafforzare l'unità nazionale contro un attacco destabilizzante che ha come obiettivo perpetrare un colpo di stato.
Egli ha, infatti, avvertito di un nuovo piano internazionale per portare a termine un colpo di stato per rovesciare il governo che presiede, nonostante il fallimento dei piani destabilizzanti intrapresi dall’oligarchia dal 2013. "Faccio un invito al popolo e gli ufficiali patriottici che stiano nella massima allerta”, ha detto.
Il presidente venezuelano ha ringraziato anche il supporto fornito dalla nazione venezuelana al suo governo per assicurare la crescita socio-economica del paese e ha dichiarato che gli avversari non conoscono la grande forza trasmessa alla rivoluzione bolivariana dai cittadini venezuelani.
Nel suo discorso, ha accusato il vicepresidente statunitense Joe Biden, di cospirare contro il paese latino-americano, per poi aggiungere che l'imperialismo Usa è entrata in una fase pericolosa di disperazione.
Secondo Maduro, il vice presidente Biden aveva espresso ai presidenti e primi ministri dell'America Latina e dei Caraibi, che il governo di Caracas sarebbe stato rovesciato. "Dicono che la rivoluzione è finita, la gente non l’appoggia. Ma io dico agli ingerenti golpisti che non si scherza con il Venezuela", ha sottolineato.
Concludendo il suo discorso, ha ribadito che il Venezuela non ha un’opposizione democratica e ha osservato che il governo bolivariano è impegnato a guidare il popolo verso la pace, come ha sempre fatto.
Le autorità venezuelane avevano già avvertito lo scorso 13 gennaio dei piani dei settori della destra per destabilizzare il paese e per effettuare il golpe economico.
A supportare il governo, ci sono i venezuelani stessi che concordano con le misure sociali ed economiche attuate dal governo per contrastare la guerra economica della destra, secondo un sondaggio pubblicato ieri.
L’inchiesta, condotta dai sondaggisti di Hinterlaces, indica che il 79% dei venezuelani si è detto soddisfatto dei programmi sociali attuati dal governo attraverso le cosiddette missioni, che sono dirette ai settori più esclusi del paese.
Tra le missioni più importanti ricordiamo la Grande Missione sul sapere e il lavoro, l'iniziativa del defunto presidente Hugo Chavez proseguita dal suo successore in carica, Nicolas Maduro, per combattere la disoccupazione e rafforzare la produttività nazionale.
Cruciali sono inoltre: la grande missione dei figli del Venezuela, progettata per rispondere alle esigenze essenziali attraverso programmi sociali e incentivi; AgroVenezuela che mira a sostenere l'agricoltura e la grande missione per il diritto alla casa.
In un'altra valutazione, l’82% degli intervistati ha sostenuto l'aumento dei salari decretato dall'esecutivo nell'ambito delle politiche di difesa della classe operaia venezuelana.
Il 21 gennaio, in una presentazione all'Assemblea Nazionale, il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha annunciato che, dal 1 febbraio, il salario minimo per tutti i lavoratori e pensionati del paese aumenterà del 15%.
Il sondaggio rivela che il 62% degli intervistati ha sostenuto un eventuale adeguamento del prezzo della benzina, mentre il 35% non è d’accordo.
Per quanto riguarda la regolamentazione dei prezzi dei prodotti alimentari come misura per frenare la speculazione, il 63% ha detto che era una misura necessaria, mentre il 35% l’ha respinta.
La privatizzazione è stato un altro aspetto indagato: il 71% ha definito negativo il rendimento della statale Petroleos de Venezuela in mani private e il 67%, ha detto lo stesso in relazione all'attività del servizio elettrico nazionale (Corpoelec): Hugo Chavez stabilizzò entrambe le società, la prima nel 2001, la seconda nel 2007.
I risultati di questo studio, condotto dal 21 al 27 gennaio 2015 si sono basate sulle opinioni di 1200 persone provenienti da diverse parti del paese.