Guerra al salario e i conti con l'Italia reale

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Guerra al salario e i conti con l'Italia reale


di Pasquale Cicalese


Alla fine, chissà perché, incominciano a parlare dell'Italia reale. Visto che quest'estate ci hanno bombardato di yacht di miliardari di ogni dove in visita da noi, ora timidamente vedono l'altro da sé.

Pmi servizi Germania che si schianta, i giornali scrivono "pericolo per l'Italia".

Visto che un un supermercato bresciano ha fallito, con 750 dipendenti, visto che un'altra azienda ha bolognese ha chiuso lasciando a terra 700 dipendenti, visto che parlano l'altro giorno di fila interminabili a Napoli per un bonus di 40 euro o per i ticket sanitari; visto che oggi i giornali scrivono di fila interminabili al banco alimentare di Milano, visto che scrivono di fila mai viste per la card da 350 euro ma la gente dice lo stesso "è un'elemosina, non basta".

Ebbene, cosa si aspettava Agnelli nel 1973 quando disse "profitti zeri" a causa dell'autunno caldo? Cosa si aspettava per aver iniziato la cinquantennale guerra al salario, il Piu' Stato per il Mercato, l'abbattimento del salario sociale globale di classe?

Cosa si aspettava la Seconda Repubblica dalle loro azioni? Amici che aiutano altri amici, familiari che in ogni caso una rete sociale è rimasta, nonni che danno quasi tutto ai nipoti e figli.

Altro che Terzo Settore! La contraddizione del capitale si manifesta sempre piu', prima sottotraccia (veniamo da 30 anni di mancata crescita ed esplosione del debito pubblico causa Qe e tagli di tutto, veniamo dall'asset inflation e dalla deflazione salariale che continuano). Solo il dialogo e l'ascolto con la gente perbene può aiutare. Il resto al giudizio della Storia.

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