Il Teatro delle Ombre arriva a Teheran (prima parte)
Proprio quando molti commentatori iniziavano a ipotizzare uno scenario di lenta pacificazione in Europa è esploso, inaspettato per potenza e pericolosità, un conflitto tra Iran e Israele che si innesta in quel grande gioco mediorientale partito con i gravi attentati del 7 e 8 Ottobre del 2023.
Per comodità e per rendere maggiormente intellegibile ciò che sta avvenendo - così da individuarne le cause - è necessario analizzare il contesto generale consentendo così di comprendere la reale posta in palio e non rimanendo ipnotizzati da quel Teatro delle Ombre fatto di falsi bersagli, ballon d'essai e provocazioni di ogni tipo che hanno il solo scopo di nascondere le reali cause del conflitto e gli attori coinvolti con i propri ruoli ed interessi materiali.
A mio modo di vedere, solo dei sonnambuli ipnotizzati dalle ombre messe in scena dalle sapienti mani intente a manipolare le opinioni pubbliche, possono credere alla narrazione che ci viene proposta dal mainstream informativo occidentale, che illustra questo conflitto come causato dalla necessità di evitare che l'Iran si doti di armi nucleari. Gli osservatori più attenti e onesti hanno lucidamente fatto notare che sono trenta anni che Israele abbaia alla luna dicendo che l'Iran è a un passo dall'ottenere un'arma nucleare; affermazione questa che non merita di essere manco smentita essendo ridicolizzata direttamente dal trascorrere degli anni e dei decenni senza che Teheran si doti di armi nucleari. E che dire poi delle disamine di esperti del livello di Massimo Zucchetti che hanno definito le ipotesi che il programma nucleare iraniano sia finalizzato alla costruzione di bombe nucleari come “sterminati branchi di castronerie”!
Se questa è la situazione non ci rimane che provare a dipanare il Nodo di Gordio delle reali motivazioni che stanno spingendo in guerra il Medio Oriente utilizzando la tecnica dell'analisi del contesto generale, delle motivazioni e degli interessi che muovono i protagonisti diretti e soprattutto quelli più o meno occulti.
Una volta fatto questo, ci si renderà conto che il Tournament of Shadows (il “Teatro delle Ombre”) che andò avanti dal 1820 all'inizio del 900 che vedeva la guerra occulta tra Russia e Gran Bretagna per il controllo dell'Asia Centrale e che ufficialmente terminò con la sottomissione allo Zar dei Khanati di Khiva, Bukhara e Khokand in realtà non si è mai conclusa definitivamente. Infatti la lotta per il controllo dell'Asia Centrale tra le potenze continentali euroasiatiche (Russia e ora Cina) e le potenze occidentali è ancora in corso e addirittura si è allargata fino a coinvolgere l'Iran e in prospettiva tutto il Medio Oriente.
Il ruolo di Israele nel Tournament of Shadows Mediorientale
Per comprendere ciò che sta accadendo non si può evitare di fare l'analisi del ruolo politico-strategico di Israele, provando ad uscire da quelle che sono le due visioni dominanti ovvero quella che vede Tel Aviv dominata da quel Bibi Netanyahu dipinto come un pazzo sanguinario e quella che vede lo stesso governante israeliano come il paladino della civiltà e difensore del Mondo Occidentale dal rischio che la teocrazia sciita di Teheran si doti di armi nucleari. Per comprendere il reale ruolo di Israele – come ho scritto più di una volta su le colonne dell'AntiDiplomatico – è necessario capire che si tratta di un paese molto ricco e tecnologicamente avanzato, nonostante sia circondato da paesi nemici come sono appunto i paesi arabi.
La ricchezza sostanzialmente deriva dai commerci con il mondo occidentale e dai poderosi trasferimenti tecnologici e finanziari (ma anche militari) provenienti perlopiù dagli USA. Per rendere l'idea il Pil pro-capite israeliano è di circa 54 mila dollari all'anno, mentre il Pil pro-capite della ricca e operosa Lombardia è di circa 47 mila dollari all'anno. Quindi la più ricca e importante regione italiana è notevolmente meno ricca di Israele. Credo sia un dato eloquente. E credo sia pacifico che la ricchezza israeliana senza i trasferimenti USA ed europei finirebbe molto rapidamente e con essa lo stesso stato di Israele; chi crede che un popolo secolarizzato come quello israeliano rimarrebbe in quelle terre a fare la fame per onorare le proprie radici abramitiche vive nel mondo dei sogni: “finita la pappa, finito Israele” e scusate la brutalità con la quale ho espresso questo concetto.
Da qui è facile dedurre che interesse supremo di Israele è quello che l'Impero Occidentale continui a dominare il mondo, pena il suo impoverimento e la sua scomparsa. A questo punto è facile dedurre che Tel Aviv non farà mai nulla che possa anche lontanamente nuocere agli interessi statunitensi e dell'Impero Occidentale in generale. Anzi, nella mia personale idea, Israele non è nient'altro che il “mastino della guerra” di Washington che ha il compito di tenere a bada il Medio Oriente ed evitare così che si distacchi dagli USA e soprattutto dal Dollaro. Ricordiamo infatti che il Dollaro come moneta standard per gli scambi internazionali si fonda sul cosiddetto meccanismo del Petrodollaro ovvero che il petrolio saudita sia pagato in dollari statunitensi e i cui proventi, poi, vengano reinvestiti negli stessi USA tramite quella fabbrica di dollari sintetici che è Wall Street.
Solo in questa logica si può comprendere ciò che è in corso dal 7 Ottobre 2023 quando in rappresaglia a degli attentati terroristici di Hamas, Netanyahu ha scatenato un folle e brutale assedio contro Gaza che non è stata niente altro che l'esca alla quale ha abboccato l'Hezbollah libanese che poi a sua volta ha bersagliato con missili e artiglieria il Nord di Israele consentendo a Tel Aviv di muovere terribili bombardamenti a Beirut che hanno letteralmente decapitato la leadership di Hezbollah. A seguito di questa operazione anche la Siria di Assad è stata profondamente destabilizzata con Damasco che ha perso il suo più valido alleato (Hezbollah) nel contrastare l'assalto al potere delle milizie islamiste eterodirette dalla Turchia. Infatti una volta perso questo alleato, anche Assad ha dovuto cedere scappando a Mosca e lasciando il potere ad un governo filoturco, filo occidentale e incredibile a dirsi filo israeliano (anche se questo non si può dire)!
Una volta ottenuto il risultato di aver distrutto la mezza luna sciita che dava profondità strategica all'Iran fino al Mediterraneo, per Tel Aviv il bersaglio Teheran non era più impossibile anche se, certamente, rimaneva difficile.
A dimostrazione che le operazioni di decapitazione di Hezbollah in Libano e del regime change in Siria (dopo aver lanciato l'esca di Gaza) erano la premessa fondamentali per l'attacco all'Iran, basta pensare al fatto che le cellule dormienti che hanno fatto attentati con autobombe, che hanno guidato droni kamikaze, che hanno acquisito bersagli per i bombardamenti anche grazie all'utilizzo di terminali Starlink, erano probabilmente in Iran da anni, molto probabilmente con una condotta del tutto irreprensibile che li rendeva degli insospettabili.
Solo degli ingenui possono credere che si può imbastire una simile operazione dietro le linee nemiche in pochi mesi. Una simile organizzazione era pronta da anni, da ben prima del ritorno al potere di Trump! Segno questo che l'operazione Iran sarebbe scattata indipendentemente da chi guida Washington e Tel Aviv. Inoltre non serve sottolineare troppo che solo degli allocchi possono credere che una simile operazione che rischia di incendiare tutto il Medio Oriente e di unire la “Guerra Mondiale a pezzi” in un fronte unico, possa essere realizzata da Israele senza autorizzazione e supporto di Washington. Questo deve essere chiaro.
Il Ruolo di vittima sacrificale dell'Iran.
Per comprendere per quale motivo l'Iran sia stato scelto dagli USA (nel suo consueto ruolo di regista del Teatro delle Ombre) nella veste di vittima sacrificale basta guardare una cartina geografica. L'Iran è un paese Pivot che è allo stesso tempo all'incrocio di diverse civilizzazioni. A occidente è la porta per il Caucaso Russo, la Turchia e, attraverso la “mezza luna sciita”, naturale collegamento fino al Mediterraneo. A sud è paese rivierasco di quello stretto braccio di mare conosciuto come Golfo Persico che vede dall'altro lato le ricchissime petromonarchie del golfo e il Regno Saudita.
A est Teheran, attraverso lo stretto di Hormuz, controlla il transito di un flusso di petrolio pari a circa il 25% del petrolio mondiale. Non solo, sempre a Sud l'Iran è la porta d'accesso per la valle dell'Indo e dunque per la civiltà indiana. Poi, a Nord l'Iran è la naturale porta d'accesso per i paesi dell'area centroasiatica ex sovietica (Kazakistan, Turkmenistan, Uzbekistan) e per la stessa Russia, via Mar Caspio. Crediamo che ben difficilmente esista al mondo un altro paese che possa avere una importanza strategica anche solo lontanamente paragonabile all'Iran; dunque un paese della massima importanza che pur essendo – teoricamente - nemica degli USA e dell'Occidente fin dall'avvento degli Ayatollah, in realtà vi era una tacita neutralità e magari anche qualche aiuto sottobanco nonostante le dichiarazioni di fuoco (come ampiamente dimostrato dallo scandalo Irangate per esempio).
Infatti i rapporti tra Impero Occidentale e Iran si sono riavvicinati nel 2015 quando, dopo lunghe trattative, fu firmato il Joint Comprehensive Plan of Action (o JCPOA) che mirava a limitare il programma nucleare iraniano in cambio della revoca delle sanzioni occidentali. Un accordo che fu successivamente stracciato da Trump segnando così il netto spostamento di Teheran verso la Russia, la Cina e i BRICS. Una scelta di campo assolutamente necessaria per Teheran (anche se imboccata tra mille distinguo che ora rischia di pagare cari) ma che esponeva il paese persiano al rischio di una guerra contro l'Impero Occidentale. Cosa puntualmente verificatasi nella forma che stiamo vedendo, dove ad essergli lanciato contro è stato “il Mastino della Guerra” di Tel Aviv.
Conclusioni
In questa prima parte dell'articolo abbiamo visto il ruolo svolto da Israele e dall'Iran in questa mortale partita mediorientale che probabilmente deciderà il corso della storia dei prossimi decenni. Ma l'analisi rimarrebbe monca se non andremo a vedere quello che è il ruolo occulto (altrimenti che Teatro delle Ombre sarebbe?) che giocano gli USA, la Russia, la Cina ma anche le petromonarchie del Golfo e la Turchia con il suo vassallo azero. Nella seconda parte di questo articolo vedremo dunque il ruolo di questi paesi, tenendo peraltro conto del fatto che in caso di inasprimento del conflitto molti di essi potrebbero dover lasciare il ruolo dietro le quinte per assumersi responsabilità dirette nel conflitto.