Marò, il giallo dei fucili Beretta ARX 160
La vicenda dei due fucilieri del battaglione San Marco, detenuti nel carcere di Trivandrum, accusati di aver ucciso due pescatori al largo delle coste del Kerala si tinge sempre più di mistero. Nei giorni scorsi sono stati pubblicati i risultati delle perizie balistiche eseguite dal reparto di investigazione scientifica della polizia indiana, che avevano riscontrato la compatibilità tra i proiettili ritrovati nei cadaveri e quelli esplosi dalle armi dei soldati italiani.
Tuttavia oltre al fatto che mancherebbe all’appello degli inquirenti un fucile che era a bordo della Enrica Lexie, la nave italiana da cui sarebbe partiti i colpi mortali, la corrispondenza delle pallottole fatali e le scanalature dei fucili usati portano alla compatibilità con fucili Beretta ARX 160, armi che non erano a bordo della Enrica Lexie. Sono invece dei Beretta AR 70/90 le armi usate da fucilieri del battaglione San Marco. Non si capisce quindi se ci sia malafede da parte del RIS indiano nell’ accertare cosa abbia sparato ai due pescatori.
Gli ARX 160 sono in via sperimentale usati anche dalla marina italiana ma non erano in dotazione ai militari presenti a bordo della Enrica Lexie. C’è diffidenza nei confronti delle conclusioni delle autorità indiane con risultati che sono arrivati tardivamente e che lasciano più dubbi di quanti ne sciolgano. Il Ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant Agata partecipando ad un incontro pre G-8 ha ricevuto degli altri sette Capi delle Diplomazia che hanno firmato un documento congiunto di sostegno delle tesi italiane sull’importanza del rispetto del principio della giurisdizione della bandiera per quanto riguarda operazioni antipirateria.