Assad all'Occidente: "Le vostre opinioni non hanno alcun valore"
Da 13 anni non ha un governo che è espressione della volontà popolare, milioni di voti controllati dalle clintele e dalla malavita organizzata, ebbene Sì, l'Italia si unisce, attraverso un comunicato, a Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti d'America nel definire le elezioni presidenziali siriane come né libere e tantomeno eque.
L'illusione di trarre qualche vantaggio, ma è più che altro è un'altra dimostrazione di servilsimo, ha portato Roma a scrivere un'altra pagina vergognosa della sua politica estera. Per forza di cose bisogna avere nostalgia di Craxi quando parlava di legittimità di lotta armata palestinesi e di Sigonella.
La parte più indecente del comunicato riguarda il fatto che sono esclusi dal voto i rifugiati siriani all'estero. Eppure, la maggior parte del Paesi NATO ha impedito ai siriani, anche quelli residenti in Italia, di votare nelle proprie ambasciate. I fatti però hanno la testa dura, le immagini dei siriani in altri paesi che hanno affolato le loro rappresentanze dove gli è stato permesso di votare, sono quantomeno emblematiche, specie in Libano.
La risposta al comunciato di Roma, Londra, PArigi e Washington, è arrivata immediata dall presidente siriano Bashar al-Assad mentre con sua moglie, Asma al-Asad, votava nella città di Douma, a est di Damasco (la capitale).
Una lezione, più che na risposta su cosa sia un paese libero al buon Luigi da Pomigliano d'arco. Infatti, prima di tutto, Assad ha chiarito che "il popolo siriano è unito contro il terrorismo" e tra l'altro, non si preoccupa affatto delle opinioni dei paesi occidentali sulla validità delle elezioni presidenziali che si svolgono in Siria.
"Le vostre opinioni non hanno valore, il loro valore è pari a dieci zeri", rispetto alla dichiarazione che il processo di voto in Siria non sarà "né libero né equo".
Dopo aver sottolineato il fatto che in Siria non c'è regione contro un'altra o una tribù contro un'altra, il presidente siriano ha descritto il processo elettorale come libero e indipendente e ha ricordato che la mobilitazione della popolazione nelle ultime settimane prevede un risposta sufficiente e chiara alle critiche occidentali.
Le elezioni presidenziali siriane si svolgono in un momento in cui il governo di Damasco continua a combattere per sradicare dal paese ogni traccia di terrorismo e la presenza illegale di forze straniere, come gli Stati Uniti e, nel mezzo della nuova pandemia da COVID-19 e le dure sanzioni che colpiscono particolarmente i siriani più poveri.
Oltre ad Al-Assad, ci sono due candidati, vale a dire l'ex vice ministro degli affari parlamentari Abdullah Salum Abdullah, candidato del partito dell'Unione socialista; e Mahmud Marai, il candidato dell'opposizione nazionale siriana.
Nel frattempo, la maggioranza dei siriani considera le elezioni presidenziali il più grande banco di prova per il raggiungimento di una soluzione politica dopo quasi dieci anni di guerra.