Cina: 134 premi nobel chiedono la liberazione di Liu Xiaobo

L'appello di clemenza in una lettera aperta rivolta al nuovo leader cinese Xi Jinping

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Cina: 134 premi nobel chiedono la liberazione di Liu Xiaobo

In una lettera aperta rivolta al nuovo leader cinese Xi Jinping, 134 Premi Nobel per la letteratura, la chimica, la fisica, la medicina, la letteratura e la pace hanno formalmente chiesto la liberazione dello scrittore Liu Xiaobo e sua moglie Liu Xia. 
"Nessun governo può restringere la libertà di pensiero e di associazione senza avere un effetto negativo su importanti innovazioni umane. La caratteristica specifica che ha portato al nostro riconoscimento come Premi Nobel nelle diverse discipline è proprio quella di aver scelto il potere della nostra libertà intellettuale e l'ispirazione creativa per fare la nostra parte nel progresso della condizione umana", si legge nella lettera firmata tra gli altri dall'arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, il Premio Nobel per la medicina Sir Richard Roberts, il Dalai Lama, Mario Vargas Llosa e Toni Morrison. In una dichiarazione pubblicata insieme alla lettera,  Tutu spiega poi come "Il nostro sforzo non è quello di imbarazzare la Cina, ma piuttosto di implorare il governo a prendere un diverso approccio che potrebbe aiutare la Cina a sviluppare nel modo migliore tutto il suo popolo".
Liu Xiaobo, Premio Nobel per la pace 2010 è stato condannato a 11 anni di prigione per "incitamento alla sovversione contro lo Stato", dopo aver aiutato alla stesura della Carta 08 e aver pubblicato sul web alcuni articoli pro democrazia. Sua moglie è obbligata agli arresti domiciliari senza alcuna condanna e spesso privata del diritto di visitare suo marito. Quando è stato nominato per il Nobel, Liu era già in prigione da due anni (dal dicembre 2008) ed alla cerimonia per ricevere il Premio, il 10 dicembre 2010, vi era una sedia vuota. Il governo cinese aveva infatti diffidato, dissidenti e amici della famiglia di Liu, di andare a Oslo, rifiutandosi di rilasciare i passaporti e promettendo rappresaglie economiche verso la Norvegia.

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