Cuba celebra il Primo Maggio: Raúl Castro e Díaz-Canel guidano l'imponente corteo

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Cuba celebra il Primo Maggio: Raúl Castro e Díaz-Canel guidano l'imponente corteo

In un’atmosfera carica di simbolismo e patriottismo, Cuba ha celebrato il Primo Maggio con imponenti manifestazioni in tutto il paese, ribadendo il suo impegno per i valori rivoluzionari e la resistenza di fronte alle sfide economiche e politiche. Al centro delle celebrazioni, la storica Plaza de la Revolución dell’Avana ha ospitato il tradizionale corteo, guidato dalle massime autorità del paese, tra cui il leader storico Raúl Castro e il presidente Miguel Díaz-Canel, accompagnati da migliaia di lavoratori, famiglie e giovani.

Unità e memoria rivoluzionaria

Il segretario generale della Central de Trabajadores de Cuba (CTC), Ulises Guilarte de Nacimiento, ha aperto l’evento sottolineando il ruolo fondamentale del movimento operaio nel sostenere il processo rivoluzionario, nonostante le pressioni esterne. Guilarte - come riporta il quotidiano Granma - ha ricordato il 25° anniversario del concetto di Rivoluzione, formulato da Fidel Castro nel 1999, definendolo una “guida etica e politica” per le azioni del paese. "La Rivoluzione non è un miracolo, ma il risultato del sacrificio di ogni cittadino", ha dichiarato, esaltando il contributo dei lavoratori allo sviluppo economico e sociale dell’isola.

Sotto lo slogan "Por Cuba, juntos creamos" ("Per Cuba, creiamo insieme"), migliaia di persone si sono radunate fin dall’alba, trasformando strade e piazze in un mare di bandiere, cartelli e musica. La partecipazione massiccia ha dimostrato, ancora una volta, la capacità di mobilitazione popolare in un contesto segnato da difficoltà economiche e dal blocco statunitense, denunciato ripetutamente durante le manifestazioni.

Solidarietà internazionale e resistenza

Oltre alla difesa delle conquiste rivoluzionarie, le celebrazioni hanno avuto un forte carattere internazionalista. I partecipanti hanno reclamato la fine del “blocco genocida” imposto dagli Stati Uniti e hanno espresso sostegno alla causa palestinese, condannando le violenze contro civili innocenti. La presenza di delegazioni straniere ha confermato il legame di Cuba con movimenti progressisti e socialisti a livello internazionale, ribadendo una solidarietà che supera i confini nazionali.

In primo piano, il settore sanitario ha guidato il corteo, con oltre 40.000 professionisti in camice bianco, simbolo dell’impegno umanitario dell’isola nonostante le campagne di diffamazione. La loro partecipazione ha ricordato il ruolo cruciale della sanità pubblica cubana, soprattutto durante la pandemia, quando medici e infermieri sono stati in prima linea sia in patria che all’estero (anche in Italia).

Una festa di popolo: tradizione e passione

Famiglie intere, nonni, genitori e bambini, hanno animato le strade fin dalle prime ore dell’alba. Bambini impazienti, anziani che seguono la radio per non perdere un dettaglio, giovani che danzano al ritmo delle 'congas': il Primo Maggio a Cuba non è una semplice ricorrenza, ma un rito collettivo che unisce generazioni.

"Questa tradizione è fedeltà a sentimenti profondi", si legge sul quotidiano Granma, sottolineando come l’evento trascenda il mero obbligo politico. Per molti, partecipare significa affermare un’identità, un legame con la storia e con chi ha lottato per la sovranità nazionale. Anche chi non sfilava fisicamente ha condiviso lo spirito della giornata, ascoltando gli aggiornamenti o incoraggiando i propri cari a unirsi alla folla.

Un messaggio al mondo

Le celebrazioni del Primo Maggio a Cuba vallo oltre la semplice dimostrazione di forza: rappresentano un monito contro chi dubita della resistenza del popolo cubano. In un momento di crisi globale, l’isola rivoluzionaria ha scelto di rispondere con coesione, creatività e speranza, ricordando che, come scrisse José Martí, “la patria non è un piedistallo per innalzarsi, ma un altare su cui sacrificarsi”. Oggi, come 25 anni fa, il concetto di Rivoluzione di Fidel risuona come un promemoria: la lotta per la giustizia sociale non si ferma, e la vittoria - come ripetono i cubani - sta nell’unità.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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