La 'decade K' in Argentina: conquiste economiche e sociali
Tredici anni di kirchnerismo segnati dalla rottura col regime neoliberista hanno cambiato il volto dell'Argentina
In vista della prossima tornata elettorale in Argentina dove si affronteranno al ballottaggio il candidato del 'Frente para la Victoria' Daniel Scioli e Mauricio Macri dell'alleanza 'Cambiemos', Telesur ha effettuato un percorso a ritroso negli ultimi tredici anni segnati dal cosiddetto 'kirchnerismo' dove l'Argentina ha subito delle importanti trasformazioni.
Il paese devastato dal regime neoliberista e ridotto alla bancarotta, in quella che viene definita la 'decade K' è divenuto un luogo privilegiato per i diritti sociali: un esempio sono le leggi in materia d'identità di genere e per la fecondazione assistita, così come la legge che punisce il lavoro minorile.
Uno dei pilastri della 'decade K' è rappresentato dall'incessante opera volta a garantire giustizia per i crimini commessi durante l'ultima dittatura militare (1976-1983). A tal proposito, nel 2003, Néstor Kirchner annullò le 'leggi del perdono' che garantivano immunità a chi si era macchiato di gravi crimini dutante quel buio periodo per la nazione sudamericana.
La trasformazione dell'Argentina, guidata dal kirchnerismo, negli ultimi 13 anni ha fatto segnare progressi in ambito educativo, sociale, economico, così come in materia di difesa e sicurezza.
In tutto il paese sono state create migliaia di nuove scuole, riformate le leggi sull'istruzione, costruiti ospedali e implementate politiche garantiscono il diritto alla salute.
La creazione di nuovi posti di lavoro, con la disoccupazione scesa dal 17,5% del 2003 all'attuale 6%, ha permesso di ridurre notevolmente disuguaglianze sociali e povertà. Al tempo del regime neoliberista guidato da Carlos Menem il tasso di povertà raggiunse uno dei suoi picchi massimi, facendo segnare il 54%. Nel 2013, dopo 10 anni di gestione kirchnerista, tale dato risulta abbattuto al 4,7%.
Inoltre, secondo i dati diffusi dalla Banca Mondiale, il numero di persone collocabile nella cosidetta classe media, in argentina tra il 2003 e il 2009 è praticamente raddoppiato: da 9,3 milioni a 18,6, circa il 45% della popolazione.
Numeri che riflettono conquiste concrete e segnano una netta differenza con chi, vedi Macri, pur professandosi progressita in realtà ha un'agenda di governo già sperimentata a queste latitudini: il ritorno al neoliberismo, come dimostrano le politiche adottate nel governare la città di Buenos Aires. Chiusura di scuole pubbliche, aumento del budget per gli istituti privati, scarsi investimenti in settori chive come sanità e istruzione. Queste le politiche portate avanti da Macri, pronte a essere riproposte a livello nazionale.