Una nuova triade asiatica: ASEAN, Cina e Golfo Persico si allineano

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Una nuova triade asiatica: ASEAN, Cina e Golfo Persico si allineano

 

di Suleyman Karan* - The Cradle

Il 26 e 27 maggio, la capitale malese, Kuala Lumpur, ha ospitato il primo vertice tra l'Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN), il Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG) e la Cina , riunendo tre delle regioni economicamente più dinamiche del Sud del mondo per un incontro trilaterale di immensa importanza strategica. 

Sebbene non sia formalizzato come un'alleanza vincolante, il vertice segna l'inizio di un coraggioso riallineamento, che unisce l'Asia orientale e occidentale attraverso l'interdipendenza economica, visioni di sviluppo condivise e un desiderio collettivo di sfuggire alla coercizione economica occidentale.

Il vertice è storico non solo per il suo formato trilaterale, ma perché segnala l'emergere di un blocco flessibile del Sud del mondo, capace di ricalibrare gli equilibri di potere regionali e globali.

Il primo ministro della Malesia Anwar Ibrahim ha deloineato il carattere dell'evento, affermando : "Credo che il partenariato ASEAN-GCC non sia mai stato così importante come lo è oggi, mentre ci muoviamo in uno scenario globale sempre più complesso, caratterizzato da incertezza economica e sfide geopolitiche". 

In precedenti interventi, Ibrahim aveva evidenziato il crollo del multilateralismo, indicando i dazi unilaterali di Washington e il crescente protezionismo come catalizzatori di questo riallineamento. L'ordine guidato dagli Stati Uniti, sosteneva, si sta sgretolando: le sue guerre commerciali stanno costringendo le economie emergenti a tracciare la propria rotta.

La Cina e il Golfo approfondiscono i legami con l’ASEAN

Il premier cinese Li Qiang ha colto l'occasione per chiedere un coordinamento macroeconomico più forte tra i tre blocchi e ha proposto di creare ecosistemi industriali e tecnologici regionali, trasformando l'Asia e il Golfo Persico in un'unica zona economica. 

Il suo messaggio era chiaro: ASEAN, CCG e Cina devono andare oltre i legami transazionali per “rafforzare il coordinamento e la cooperazione e sostenere congiuntamente un regionalismo aperto e un vero multilateralismo”.

L'allineamento delle tre economie non è semplicemente una reazione alle guerre commerciali condotte dagli Stati Uniti, ma affonda le sue radici in modelli di sviluppo condivisi che danno priorità alla crescita guidata dallo Stato, alla pianificazione strategica e alla sovranità economica.

Questo vertice si basa su un rapido slancio diplomatico. I legami tra ASEAN e Cina risalgono al 1991, ma hanno acquisito accelerazione nel 2022 con il lancio di una roadmap Cina-CCG. ASEAN e CCG hanno poi elaborato un quadro di cooperazione strategica nel 2023. Il vertice di maggio ha consolidato questi sforzi in un formato trilaterale dal potenziale storico.

Nel 2023, gli scambi commerciali tra ASEAN e Cina hanno raggiunto i 700 miliardi di dollari, riaffermando il ruolo di Pechino come principale partner commerciale del blocco. Gli scambi commerciali tra ASEAN e CCG si sono attestati a 130,7 miliardi di dollari, mentre quelli tra Cina e CCG hanno superato i 316 miliardi di dollari l'anno precedente. 

Gli investimenti diretti esteri cinesi nell'ASEAN hanno raggiunto i 17,7 miliardi di dollari nel 2023. Gli investimenti del Golfo Persico nell'ASEAN, sebbene di portata inferiore, sono aumentati da 265,8 milioni di dollari nel 2018 a 390,2 milioni di dollari nel 2023, concentrati nei settori all'ingrosso, al dettaglio e finanziario.

Secondo la Banca Mondiale, il blocco ASEAN, CCG e Cina rappresenta quasi un quarto del PIL mondiale (circa 24,87 trilioni di dollari) e un enorme mercato di consumatori di 2,15 miliardi di persone, un quarto della popolazione mondiale.

La loro cooperazione abbraccia settori chiave, tra cui l'energia pulita e rinnovabile, la produzione di veicoli elettrici (EV), le economie digitali, la finanza, la produzione halal e le infrastrutture. Questi allineamenti sono tanto politici quanto economici, e offrono un contrappeso ai regimi commerciali guidati dagli Stati Uniti e all'influenza atlantista. L'ASEAN rappresenta inoltre l'8% del commercio internazionale di beni e servizi, a dimostrazione del suo peso economico globale.

Copertura strategica in un mondo instabile

Ma questo blocco emergente deve anche attraversare profonde faglie geopolitiche. Gli stati dell'ASEAN sono divisi: Cambogia e Laos sono strettamente allineati con la Cina, mentre le Filippine rimangono saldamente sotto l'ombrello di sicurezza degli Stati Uniti. Altri – come Malesia e Indonesia – camminano sul filo del rasoio, impegnandosi sia a Pechino che a Washington per massimizzare l'influenza.

Per gli stati del Consiglio di cooperazione del Golfo, diversificare le partnership è una necessità strategica. Ricchi di risorse energetiche e di capitali, i paesi del Golfo Persico come gli Emirati Arabi Uniti e l'Arabia Saudita stanno rafforzando i legami con la Cina attraverso iniziative come la Belt and Road Initiative (BRI). Eppure, procedono con cautela per evitare di alienarsi i sostenitori occidentali. La presenza militare statunitense in Asia occidentale rimane radicata e Tel Aviv continua a fungere da estensione del potere statunitense.

Le tensioni nel Mar Cinese Meridionale, soprattutto nei pressi delle Filippine, rimangono un punto critico. Qualsiasi escalation potrebbe incrinare l'unità dell'ASEAN e far fallire i piani economici. In un conflitto in piena regola che coinvolga Stati Uniti, Regno Unito o Australia, i membri dell'ASEAN potrebbero trovarsi costretti a scegliere da che parte stare, compromettendo i loro percorsi di sviluppo.

Una federazione di autonomia economica

Nonostante questi rischi, il vertice di Kuala Lumpur segna una netta rottura con l'ortodossia economica occidentale. Il blocco ASEAN-CCG-Cina non mira a imitare l'integrazione in stile UE, ma a formare una coalizione economica flessibile e pluralistica, ancorata alle priorità del Sud del mondo e basata sul rispetto reciproco.

La Vision 2045 dell'ASEAN e la BRI cinese si intersecano nell'enfasi su sovranità, infrastrutture e connettività regionale. Le economie del Consiglio di cooperazione del Golfo, ricche di capitali in eccesso, vedono nel Sud-est asiatico un mercato in rapida crescita, giovane e stabile, pronto per investimenti a lungo termine.

Pechino sta facilitando la creazione di quadri istituzionali, tra cui le discussioni su un Fondo di sviluppo ASEAN-GCC e un Consiglio per l'innovazione Halal. I modelli di finanza islamica della Cina stanno guadagnando terreno nell'ASEAN, dove sono in sintonia con le norme sociali ed etiche locali. Sotto la guida di Pechino, l'ASEAN sta esplorando una gamma di questi strumenti di finanziamento alternativi per investire nella propria rete energetica e definire standard globali per lo sviluppo etico, al fine di rafforzare le partnership con le società più conservatrici dei paesi arabi, islamici e del Golfo Persico.

Si sta inoltre esplorando il potenziale di investimenti congiunti in reti energetiche e tecnologie sostenibili. La BRI continua a finanziare infrastrutture su larga scala in tutta la regione, collegando ulteriormente l'ASEAN alle reti energetiche del Golfo Persico e alle catene logistiche cinesi.

In particolare, l'ASEAN è diventata uno degli hub in più rapida crescita per i data center e le proiezioni indicano che presto supererà il Nord America e la regione del Pacifico in termini di infrastrutture digitali.

Anche importanti aziende tecnologiche statunitensi come Google e Amazon stanno espandendo le loro attività nella regione. Global Foundries ha investito 4 miliardi di dollari nell'ampliamento dei suoi impianti di microchip a Singapore nel 2023. Gli investimenti nei veicoli elettrici nell'ASEAN sono balzati da 2,7 miliardi di dollari nel 2021 a 18,1 miliardi di dollari nel 2022, trasformando la regione in un polo manifatturiero.

La strada da percorrere: multipolarismo o scontro?

Questa triade economica potrebbe benissimo diventare un modello di cooperazione sud-sud. Tuttavia, la sua durata dipende dalla stabilità regionale. Gli stati allineati agli Stati Uniti potrebbero tentare di indebolire gli sforzi trilaterali attraverso coinvolgimenti militari o embarghi tecnologici. La strategia di contenimento di Washington nei confronti della Cina mette l'ASEAN direttamente sulla linea del fuoco. Ma come nel caso dei dazi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, vincoli economici aggressivi possono ritorcersi contro e spingere i partner storici degli Stati Uniti ancora più in profondità nella sfera eurasiatica.

Oggi, l'ASEAN si sta evolvendo in una delle zone economiche più influenti al mondo. I suoi 10 stati membri vantano una popolazione di 600 milioni di persone e un PIL superiore ai 3.000 miliardi di dollari, rendendo il blocco la terza economia più grande dell'Asia e la quinta al mondo dopo Stati Uniti, Cina, Giappone e Germania. Entro il 2030, si prevede che il 65% dei 750 milioni di abitanti stimati dell'ASEAN appartenga alla classe media. 

La sua quota di investimenti diretti esteri globali è salita a 228,9 miliardi di dollari nel 2023, rispetto ai 118,7 miliardi di dollari del 2015. L'ASEAN rappresenta il 34% di tutti gli investimenti diretti esteri (IDE) diretti in Asia. Gli scambi commerciali con la Cina e il Golfo Persico amplieranno ulteriormente la centralità dell'ASEAN. 

Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), il commercio tra le economie in via di sviluppo, comunemente noto come commercio Sud-Sud, è aumentato dal 17% del commercio globale nel 2005 al 28% nel 2021.

La scorsa settimana, a Kuala Lumpur, è stato delineato un nuovo asse del Sud del mondo, che mira all'indipendenza dai mercati occidentali in declino e getta le basi per un ordine economico globale multipolare.

(Traduzione de l'AntiDiplomatico)

*Dopo essersi diplomato al liceo di Galatasaray, ha completato gli studi superiori presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Istanbul. Ha lavorato come caporedattore di Pazar Postas? e Posta Daily. Ha ricoperto il ruolo di caporedattore delle riviste Hürriyet BusinessWeek e Platin, e di coordinatore editoriale di Yurt Daily. È editorialista economico presso Gazeteduvar.

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